MESSAGGIO DEL MINISTRO GENERALE

ALLA FAMIGLIA TRINITARIA

IN OCCASIONE DELLA SOLENNITA’ DI SAN GIOVANNI DE MATHA

E NATIVITA’ DI NOSTRO SIGNORE

       Lit. Circ. /2023

B.S.SS.T

Carissimi fratelli e sorelle,

giunga a tutti voi membri della Famiglia Trinitaria il mio cordiale e fraterno saluto.

Da poche settimane si è conclusa la prima sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. L’ assise sinodale ha riconosciuto il contributo positivo che la vita consacrata continua ad offrire alla Chiesa e al mondo. Nel documento di sintesi si afferma, infatti, che «la dimensione carismatica della Chiesa ha una particolare manifestazione nella vita consacrata, con la ricchezza e la varietà delle sue forme. La sua testimonianza ha contribuito in ogni tempo a rinnovare la vita della comunità ecclesiale, rivelandosi un antidoto rispetto alla tentazione ricorrente della mondanità. Le diverse famiglie religiose mostrano la bellezza della sequela del Signore, sul monte della preghiera e sulle strade del mondo, nelle forme di vita comunitaria, nella solitudine del deserto e sulla frontiera delle sfide culturali. La vita consacrata più di una volta è stata la prima a intuire i cambiamenti della storia e cogliere gli appelli dello Spirito: anche oggi la Chiesa ha bisogno della sua profezia»[1].

Queste parole sono una vera iniezione di fiducia e di speranza che ci impegna ad un cammino di continua conversione e di profondo rinnovamento per continuare a donare alla Chiesa e al mondo lo stile, la passione e l’audacia della profezia. Si tratta di un compito non facile per noi, che ci misuriamo con tante sfide e difficoltà, come il declino numerico delle vocazioni in Occidente, la riorganizzazione delle opere, l’avanzare aggressivo della secolarizzazione, le nuove forme di povertà, schiavitù ed oppressione, il dilagare delle persecuzioni contro i cristiani, l’immigrazione, le guerre, ecc…..

Tra qualche settimana celebreremo la solennità del nostro Fondatore, che quest’anno cade nell’ 825° anniversario dell’approvazione della Regola Trinitaria. Nel nuovo anno celebreremo anche il IV centenario della morte di San Simone de Rojas e il XXV anniversario della creazione del SIT. Tutti questi anniversari sono occasione di esprimere la nostra gratitudine alla Santissima Trinità per tutti i suoi doni ma anche di poter verificare la qualità creativa della nostra fedeltà alla Regola primitiva, vissuta in pienezza dai santi come San Simone de Rojas, e attualizzata nell’impegno a favore dei cristiani perseguitati, che negli ultimi decenni è stato animato e coordinato da Solidarietà Internazionale Trinitaria.

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La Regola che ci ha lasciato il nostro fondatore, è per tutti noi un faro luminoso che ha orientato il cammino plurisecolare della nostra famiglia religiosa e continua ad essere un grande punto di riferimento per il presente e il futuro. In questo documento storico sono racchiuse le nostre origini storiche, spirituali, bibliche, teologiche. In queste origini ritroviamo la scintilla ispiratrice che continua ad animare la nostra vita e missione.

La Regola approvata da papa Innocenzo III, ci dà la certezza che la Famiglia Trinitaria è opera di Dio; in effetti, San Giovanni de Matha non ci ha trasmesso un progetto umano o un programma umanitario, ma un modo di vivere il Vangelo, di dare concretezza alla professione di fede nel grande mistero di Dio-Trinità. Il carisma trinitario esprime la fecondità del Vangelo e la creatività dello Spirito che, in ogni epoca, suscita i doni particolari come risposta ai problemi dell’umanità.

Per consolidare lo spirito di famiglia e recuperare la fantasia creativa dello Spirito Santo, per rispondere alle nuove necessità e sfide del tempo presente, anche noi abbiamo oggi bisogno della freschezza delle origini, della loro forza aggregante e profetica.

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La Regola Trinitaria ha prodotto tanti frutti di carità e di liberazione nel corso dei secoli, ma i frutti più belli sono i nostri santi, tra i quali San Simone de Rojas, di cui celebreremo nel 2024 il IV centenario della morte, avvenuta il 29 settembre 1624.

Come un albero si riconosce dai suoi frutti, così il carisma riceve la conferma come dono divino della sua capacità di suscitare santi. La vita di San Simone rappresenta l’incarnazione del carisma trinitario nella concretezza della vita quotidiana e nelle circostanze straordinarie in cui si è svolta la sua esistenza. San Simón de Rojas brilla per la sua intensa devozione mariana e per il suo grande amore verso i poveri e persone afflitte da ogni genere di sofferenza. La sua carità, infatti, non conosceva limiti: poveri, prostitute, bambini abbandonati, malati, mendicanti, schiavi cristiani in Algeria, soldati mutilati, preti anziani che vivevano miseramente… Nel suo cuore c’era spazio per tutti. Come disse Giovanni Paolo II nell’omelia della sua canonizzazione: «I poveri, da parte loro, vedevano in lui il loro protettore, difensore e padre. Vedevano in lui una così visibile e concreta testimonianza di povertà, che lo consideravano come uno di loro, totalmente assimilato alle loro sofferenze e necessità»[2]

Si dedicò alla preghiera e alla devozione mariana con la stessa intensità con cui si dedicò ai poveri. Quanto più era unito al Signore e alla Vergine Maria nella preghiera, tanto più era partecipe della sofferenza dei poveri, degli esclusi e dei perseguitati. Il nostro Santo ci insegna che preghiera e servizio non possono mai essere separati. La sua testimonianza è più attuale che mai, in questo nostro mondo che ha perso non solo il riferimento a Dio ma anche il senso della vera umanità. La celebrazione del quarto centenario della sua morte sarà certamente un’occasione preziosa per riscoprire la grandezza umana e spirituale di San Simone de Rojas e seguire il suo esempio.

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Il prossimo anno celebreremo anche il XXV anniversario dell’istituzione del SIT, quale organismo per promuovere e coordinare l’impegno della Famiglia Trinitaria a favore dei cristiani perseguitati. Il Capitolo Generale straordinario del 1999, celebrato ad Ariccia, approvò la costituzione di un organismo che doveva coordinare e promuovere una azione più efficace e incisiva nei confronti dei cristiani perseguitati, in un tempo dolorosamente segnato da un odio ed una violenza impressionante contro i cristiani, soprattutto dove sono minoranza religiosa. Giovanni Paolo II lodò questa importante iniziativa: «Nella luce di questa eroica testimonianza, voi volete approntare progetti concreti con i quali introdurvi nel nuovo millennio. In particolare, avete pensato di istituire un organismo internazionale della Famiglia Trinitaria, mediante il quale poter intervenire più efficacemente a difesa dei perseguitati o discriminati a causa della fede religiosa e della fedeltà ai valori del Vangelo o alla loro coscienza. Avete dato al nuovo organismo il nome di “Solidarietà Internazionale Trinitaria”, intendendo coinvolgere l’intera Famiglia nel servizio verso tanti sofferenti e sventurati, che nella loro miseria sospirano verso una “epifania” del Cristo Redentore»[3].

Il SIT, infatti, è l’unico organismo che coinvolge tutta la Famiglia Trinitaria, che si ritrova unita in questa specifica missione.

Questo anniversario è una opportunità preziosa per rendere grazie alla Santissima Trinità per il cammino fatto, per tanto lavoro e passione posti al servizio di tanti nostri fratelli che soffrono, solo perché cristiani. Questo impegno ci ha permesso di diventare un punto di riferimento per vescovi e nunzi apostolici che si rivolgono a noi per chiedere aiuto a favore delle loro comunità segnate dalla persecuzione. Papa Francesco nel suo discorso rivolto ai partecipanti al Congresso internazionale sulla libertà religiosa, svoltosi a Roma nel mese di aprile 2022, ci incoraggiava a proseguire in questa direzione, congratulandosi per come abbiamo «saputo attualizzare il carisma dell’Ordine dando vita a questa organizzazione, che difende la libertà religiosa non in maniera teorica, ma prendendosi cura delle persone perseguitate e imprigionate a causa della loro fede»[4].

Il fenomeno delle persecuzioni religiose negli ultimi decenni ha assunto proporzioni spaventose, mai raggiunte in tutta la storia del cristianesimo. Questo dato è per noi un appello ad un impegno sempre più generoso. Se tanto è stato fatto in questi ultimi decenni, dobbiamo riconoscere che ancora molto c’è da fare perché questa attenzione e sensibilità cresca in tutta la Famiglia Trinitaria, oggi presente anche in paesi dove la libertà religiosa è fortemente limitata e dove i cristiani subiscono persecuzioni violente. Anche la nostra presenza nel mondo musulmano, piccola dal punto di vista numerico, ma particolarmente significativa per la sua testimonianza, ci incoraggia ad affrontare una necessità urgente per tutta la Chiesa: il dialogo interreligioso per promuovere insieme la giustizia e la pace. Questa missione ha bisogno, tuttavia, di una adeguata formazione e preparazione.

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Ci prepariamo a vivere e celebrare il Santo Natale in un clima particolarmente delicato e difficile. Il silenzio della grotta di Betlemme è squarciato dal rumore delle armi, dal grido di sofferenza e di dolore di quanti a causa della guerra hanno perso tutto, la casa e gli affetti più cari. I conflitti si moltiplicano nel mondo ed un clima di paura e di tensione si respira ovunque. La pace sia, allora, il nostro obiettivo comune, la comunione il nostro stile di vita, la solidarietà e la giustizia il nostro impegno concreto. A tutta la Famiglia Trinitaria giunga il mio augurio perché il Natale porti alle nostre comunità e fraternità e all’umanità intera, la luce e la gioia vera, capaci di dischiudere la speranza di un mondo unito, dove tutti siano accolti ed amati come fratelli.

Roma, 3 dicembre 2023

I Domenica di Avvento

Fr. Luigi Buccarello O.SS.T.

Ministro Generale


[1] Relazione di Sintesi della prima Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (4-29 ottobre 2023), n. 10.

[2] Giovanni Paolo II, Omelia in occasione della canonizzazione di Simon de Rojas (3 luglio 1988).

[3] Id., Discorso ai partecipanti all’Assemblea Internazionale della Famiglia Trinitaria (26 agosto 1999).

[4] Francesco, Discorso ai partecipanti al Convegno “Solidarietà Internazionale Trinitaria” (25 aprile 2022).